Giardino Inglese della Reggia di Caserta

Giardino inglese della Reggia di caserta
Bagno di Venere

Oggi racconteremo la nostra passeggiata al Giardino Inglese della Reggia di Caserta, un luogo incantato voluto dalla Regina Maria Carolina.

Maria Carolina d’Asburgo Lorena – sorella di Maria Antonietta – fu una donna dalla personalità volitiva ed impulsiva; sposò Ferdinando IV nel 1768 (al posto della defunta sorella Maria Giuseppina).

Nel 1786, assecondando la moda del momento, affidò a Sir John Andrew Graefer la realizzazione di questo splendido angolo di pace – che si estende per 23 ettari – ricco di piante esotiche ed autoctone.

Nella nostra passeggiata percorremo il parco reale costeggiando le magnifiche fontane fino ad arrivare alla sommita dove, alla destra della fontana di Diana e Atteone, troveremo l’ingresso al Giardino Inglese.

Piccolo suggerimento: il Parco Reale ha orari di chiusura differenti nei vari mesi dell’anno; il Giardino Inglese della Reggia di Caserta prevede un’ulteriore piccola restrizione, tenetene conto nell’organizzare la visita.

Giardino Inglese

Entrando la percezione è quella di uno spazio raccolto ed intimo, nonostante la vastità!

Suddiviso in diverse aree, raccoglie palme, cactacee, piante acquatiche, querce, aceri, alberi da frutta, agrifogli, camelie, felci ed altre varietà vegetali.

Lungo il nostro percorso, troveremo numerose fabriques utili alla sosta e allo svago dei reali, tra finti ruderi che evocano le scoperte pompeiane.

Bagno di Venere

Giardino inglese della Reggia di caserta

Un luogo suggestivo e romantico, il mio preferito, è il Bagno di Venere.

Chiamato così per la presenza di una statua in marmo di Carrara che ritrae la dea nell’atto di uscire dall’acqua di un piccolo lago.

La statua è contornata da un bosco di allori, lecci ed un eccezionale esemplare centenario di Taxus baccata.

Giardino inglese della Reggia di caserta
Giardino inglese della Reggia di caserta

Criptoportico

Per arrivare al Bagno di Venere percorreremo il Criptoportico, un finto ninfeo semicircolare con pareti di tufo intervallate da colonne e nicchie con statue classiche provenienti dagli scavi archeologici dei Borbone e dalla collezione Farnese.

Gli squarci nella volta, il pavimento sconnesso e l’opus reticolatum che si scorge sulle pareti è stato pensato per convincere i visitatori di trovarsi in un vero rudere di epoca romana (quindi percorretelo serenamente!)

Tempietto

Giardino inglese della Reggia di caserta

Proseguiamo verso il tempietto posto nel Lago dei Cigni (alimentato da una sorgente artefatta): il tempio, come il Criptoportico, sintetizza elementi archeologici autentici, quali capitelli e rocchi di colonne, con murature ex novo ruderizzate.

Risalendo verso l’uscita, alla nostra sinistra, troveremo le serre – con gli impianti di riscaldamento originari – all’interno delle quali avvenivano le sperimentazioni botaniche.

E ancora la casa del giardiniere, progettata da Carlo Vanvitelli e costruita tra il 1790 e il 1794. Ospitò John Andrew Graefer durante i lavori di creazione del Giardino Inglese.

I locali interrati erano destinati invece alla conservazione dei semi, che Graefer si procurava nelle sue numerose escursioni nel Regno o faceva importare da varie parti del mondo.

Ci accingiamo a raggiungere l’uscita, abbiamo camminato tanto, riempito lo sguardo ed il cuore di bellezza, cancellato per due ore qualunque pensiero – tanto da non percepire lo scorrere del tempo – siamo tornati sui nostri passi soffermandoci su particolari ed ammirato la meraviglia della natura.

Lasciamo ancora alle nostre spalle la fontana di Diana e Atteone, ci soffermiamo a guardare verso il basso, il Palazzo si staglia davanti a noi imponente e bellissimo…abbiamo trascorso un pomeriggio sereno ed in armonia, ora possiamo tornare a casa… Cas’E!

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